I'M N.E.R.D. ABOUT… POTATURE!

Un esempio di cattiva potatura

Sta per finire la stagione delle potature e non si può certo dire che gli alberi milanesi se la siano passata bene. Nel nuovo regolamento comunale del verde la gestione di alberature pubbliche e private viene disciplinata ben più attentamente di quanto non accadesse in precedenza, con un occhio scevro da abitudini ben più legate alla tradizione dell'improvvisazione che alla scienza della cura del verde urbano; ciononostante, non sembra assolutamente di essere giunti a una consapevolezza diffusa di ciò che è un albero, di cosa possa offrire e di quale posto nel mondo ci conviene assegnargli, giacché oramai ne abbiamo il potere.

Sono molti gli studi sulle strutture arboree, sui meccanismi tramite cui garantiscono resistenza e resilienza alla pianta stessa, al suolo, al microclima e alla biodiversità. Applicarli significa essere pronti a mettere in discussione l'assetto di consuetudini e regole che guida la mano che pota e capitozza, senza considerare l'effettiva utilità di tal gesto e la spesa in termini economici e ambientali ad esso associata.

Gli alberi, più che mai in città, sono preziosissimi alleati contro smog e onde di calore e offrono habitat a numerosissime specie animali. Qualcuno ha monetizzato le esternalità di un albero sano e rigoglioso in città, si parla di diverse migliaia di euro.

Vien da chiedersi quindi quanto abbia senso aggrapparsi a ciò che propone una tradizione che non contempla lo studio dell'oggetto che si propone di trattare, ma solo un'azione vistosa, dannosa e spesso antiestetica e quanto invece abbia senso intraprendere una nuova strada (sempre imperfetta, ma almeno più ragionata) capace di avvicinarsi maggiormente a quello che è il benessere dei cittadini e dell'ecosistema urbano.

Un temibile olmo "nature", ossia mai potato


La rubrica I'm N.E.R.D. about… si propone di portare avanti critica antipatica e sensata alla luce di teorie e dati scientifici. Scopri tutti gli articoli al link: We're N.E.R.D. about…