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Photo by Patrick Tomasso on Unsplash |
Fermi tutti: questa è una rassegna!
Per qualche oscura ragione abbiamo deciso di adottare, nella nostra pratica quotidiana di lavoro, un approccio scientifico. Che vuol dire, in soldoni: quando dobbiamo intervenire, in ambito sociale, o educativo, o di comunità, o ambientale, o ecosistemico… quando, insomma, siamo chiamati a fare qualcosa, tipicamente non ci sentiamo illuminati dalla luce divina della competenza, ma:- prima ascoltiamo;
- poi studiamo;
- infine proponiamo soluzioni.
In particolare, il nostro studio è orientato da quanto è emerso in fase di ascolto come problema, ed è diretto da una ricerca di letteratura specialistica sul tema che ci serve per impacchettare, prima di agire, un modello che ci aiuti. Una rassegna della letteratura, che sia essa sistematica, o scoping, o narrativa: è importante farla, prima di partire.
Strano ma vero
Sembra banale, ma non lo è. Soprattutto nell'ambito del lavoro sociale, c'è una tale spinta all'azione e una tale riduzione degli spazi di riflessione e studio da rendere il lavoro educativo e quello sociale una specie di procedimento a tentoni: «Ho studiato che si deve far così in questi casi», oppure «Una volta ho visto funzionare questo», che diventano generalizzazioni, stili d'azione fissi, incapaci di calarsi nelle realtà specifiche e, spesso, di ottenere i risultati desiderati.Secondo noi, questo è abbastanza grave. Perché nei progetti, siano essi educativi o di comunità, non stiamo parlando di un'avventura personale di educatori o di operatori sociali, dove chiunque ha il diritto di provare il brivido di partire senza mappa e prenotare gli ostelli; stiamo parlando, invece, di ambiti in cui dobbiamo mostrare in tutta la sua profondità ed efficacia la nostra bravura in quanto guide turistiche.