Quando abbiamo inverdito via Scutari con Giardini Possibili abbiamo avuto la conferma: rimettere in discussione qualcosa di dato per scontato e immutabile come lo spazio urbano può portare a grandi risultati in termini di benessere delle persone e dell'ambiente. Piante, tavolini e un po' di spazio in più per i pedoni hanno fatto di via Scutari un luogo di incontro, convivialità e scoperta.
Fioriere: quasi 40, tra alberi e arbusti, sono stati disposti in fioriere ricavate da mastelli. Economici, dipinti di bianco per riflettere la luce solare nei giorni più caldi, i mastelli accolgono arbusti resistenti all'ambiente urbano, ma anche di importanza per quanto riguarda la capacità di catturare inquinanti e fornire nutrimento con bacche, nettare e polline alla fauna: le specie scelte sono stati Ligustrum sinense, Photinia x fraseri, Spiraea vanhouttei, Prunus laurocerasus e Viburnum tinus. Alla base sono state piantate erbacee tappezzanti per ridurre la traspirazione del terreno nei periodi più caldi.
Parte integrante del progetto è stato il coinvolgimento dei cittadini: è stata lanciata una campagna di adozione del verde che ha visto decine di adesioni provenienti da abitanti di via Rovereto e delle vie limitrofe. La cura delle singole piante e l'innaffiare sono diventati così sempre più attività diffusa nel quartiere.
Fortuna vuole che il verde piace alle persone (ma noi lo sapevamo già) e in quello che viene definito Urbanismo Tattico questo aspetto non può assolutamente mancare. Ecco perché abbiamo progettato il verde anche in un'altra lietissima occasione: TréntaMi in Verde, una sperimentazione di Zona 30 promossa dai Genitori Antismog, FIAB Milano Ciclobby su progetto di Matteo Dondè.
Tre mesi di sperimentazione in verde, con una partecipazione dal basso che ha dell'incredibile: il quartiere di NoLo, capitanato dagli attivisti di Progetto Mobì, ha visto giornate intere di lavoro volontario per costruire, invasare e dipingere una via Rovereto diversa.
“Tre mesi di sperimentazione in verde, con una partecipazione dal basso che ha dell'incredibile”
E noi? Be' a noi l'arduo compito di pensare ad una gran quantità verde che potesse resistere per 3 mesi, economico, bello. Ma siccome a noi queste qualità non bastano, lo abbiamo progettato anche istruttivo e di valore per l'ecosistema: specie fiorifere per gli impollinatori, arbusti con frutti edibili per l'avifauna e alberi per dare una suggestione della mitigazione delle temperature che forniranno quando saranno grandi.
Gli interventi legati al verde sono stati di tre tipi:
Fioriere verticali: con i volontari di NoLo abbiamo costruito 16 fioriere con materiale di recupero, dentro alle quali abbiamo messo piante con sviluppo radicale limitato. Insalate, tageti, fiori di vetro e Sedum differenti (immancabili per la loro resistenza alle estati più torride).
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Fioriere ancora in fase di cantiere. |
Orti orizzontali: insalate, nasturzi, calendule e ceci compongono quattro isole verdi larghe un metro e lunghe 4 disposte lungo la via, proprio accanto ai tavoli.
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Biete, tageti e nasturzi a un mese dalla messa a dimora. |
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Calendula officinalis, particolarmente apprezzata dagli impollinatori per la fioritura abbondante e prolungata. |
Parte integrante del progetto è stato il coinvolgimento dei cittadini: è stata lanciata una campagna di adozione del verde che ha visto decine di adesioni provenienti da abitanti di via Rovereto e delle vie limitrofe. La cura delle singole piante e l'innaffiare sono diventati così sempre più attività diffusa nel quartiere.
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Fioriera adottata da Laura. |